Data di pubblicazione articolo: 29.10.2017
Tema | MAESTRI DELL’ARCHITETTURA | Michele Roda – 17 Giugno 2017 | RdA7
Venturi, Rossi e Price 50 anni dopo.
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Mezzo secolo fa Robert Venturi, Aldo Rossi e Cedric Price segnavano la storia dell’architettura del Novecento. Tra le recenti pubblicazioni a loro dedicate, ne abbiamo scelte tre che testimoniano modalità alternative di racconto.
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Robert Venturi, Aldo Rossi e Cedric Price (in rigoroso ordine di età) condividono molto: l’epoca di nascita, il ruolo di architetti-teorici capaci di caratterizzare una buona parte della cultura architettonica e l’importante eredità trasmessa. C’è una data, nella loro biografia, in cui si condensano tre loro produzioni dalle particolari ricadute. È il 1966: Venturi pubblica Complexity and Contradiction in Architecture, Rossi L’architettura della città, Price affina il progetto del suo Fun Palace (nell’immagine di copertina). A 50 anni da questa data, sono state numerose le occasioni di approfondimento e attualizzazione di quei lavori, e più in generale dei contributi, scritti e progettuali, dei tre personaggi. In particolare tre libri – molto diversi tra loro – permettono un confronto tra approcci alternativi nella pubblicistica d’architettura, in particolare quella legata a fatti e personaggi della storia contemporanea.
La pubblicazione è il frutto di una ricerca condotta in ambito universitario (EPFL Losanna) che limita ad alcuni sintetici testi gli approfondimenti di natura più propriamente speculativa (il titolo The Difficult Whole è una citazione da Complexity and Contradiction in Architecture). Perché il cuore della pubblicazione è la presentazione di 28 progetti, collocati tra 1960 e 1991, introdotti da un breve testo e illustrati con eleganti disegni, immagini prevalentemente in bianco e nero e fotografie di modelli. “È un libro sull’architettura di Venturi, non intorno ad essa”, scrivono in apertura i curatori, che sottolineano come “tutti i suoi edifici sono contemporaneamente semplici e difficili, contemporaneamente superficiali e profondi”. Ambiguità che emerge con forza dai tre progetti comunicati anche con grandi e suggestionanti fotografie a colori, nel rapporto volutamente contraddittorio che i lavori di Venturi e soci sviluppano con i contesti suburbani americani.
La pubblicazione è l’esito di una tesi di dottorato (condotta nello stesso ateneo svizzero di Losanna), dedicato al periodo 1950-1973 (dagli inizi alla “Città analoga”), che ugualmente prende spunto da una citazione dell’autore: il “razionalismo esaltato”. L’impostazione è scientifico-didascalica, finalizzata – scrive l’autrice – a “ricostruire un’idea di architettura […] prima di tutto come evento narrativo in cui, al limite, i singoli edifici sono capitoli o frasi di un discorso letterario, sezioni di una sequenza cinematografica, fondali di esistenze umane”. Il testo, discorsivo e puntualizzato da lunghe note, ricostruisce in quattro capitoli le esperienze biografiche e professionali, mentre i ricchi apparati dettagliano i contributi dei suoi primi 20 anni di attività e le immagini accompagnano il racconto attraverso progetti e disegni ma anche momenti della vita personale. Emerge la continuità del percorso di Rossi e la sua scoperta di una città “come manufatto la cui struttura – intesa quale combinazione di forma e memoria – non cambia”.
L’orizzonte è invece radicalmente diverso, negli stessi anni, per Price in Inghilterra. Il ponderoso lavoro di Samantha Hardingham (per Architectural Association e Canadian Centre for Architecture) lo ricostruisce con un enorme sforzo di consultazione degli archivi. La stessa impaginazione dei due volumi (il primo dedicato ai progetti, 114 divisi in 4 periodi, dal 1957 al 2003; il secondo ad articoli ed interventi, 82 in 5 decenni), cerca di trasmettere l’originalità dei documenti: disegni, note, schizzi, appunti, testi impaginati che raccontano la parabola dell’anti-architetto, come lo definisce nell’introduzione Mirko Zardini. Uno sguardo al passato – una retrospettiva appunto, arricchita anche da un sito web dedicato – che si propone di mettere in luce gli impatti sulla cultura architettonica, anche quella attuale. Quell’influenza che – si parli di difficult whole o di razionalismo esaltato – affiancano a Price, anche Venturi e Rossi.