La presidente dell’Ordine Alessandra Boccalari ha firmato, insieme ai presidenti di altri 45 Ordini italiani, la seguente lettera indirizzata al Cnappc con cui si chiede la sospensione dell’approvazione del Regolamento elettorale per i seguenti motivi:

 

Premesso che

  • il Cnappc, con Circolare 80/2024, ha reso noto che il Ministero della Giustizia, con comunicazione del 27 maggio 2024, visto l’art. 31 del DL 137/2020, ha dato il suo nulla osta al Consiglio Nazionale all’adozione di un regolamento che disciplini le elezioni con modalità telematiche per il rinnovo degli ordini territoriali, provvedendo a fornire una disciplina delle modalità di espressione del voto che appaiano funzionali a garantire l’effettività del principio della parità di genere
  • il Cnappc, con Circolare 89/2024, ha inviato agli Ordini territoriali una bozza di regolamento ove, diversamente dalle indicazioni del Ministero, viene disciplinata la parità di genere sia in modalità telematica che in presenza, regolamentando tale aspetto anche per le elezioni del Consiglio Nazionale

Considerato che:

  • numerosi Ordini hanno sollevato eccezioni su tale testo, dal momento in cui si andrebbero a modificare, mediante un provvedimento del Ministero vigilante (norma di rango secondario), le regole elettorali contenute nel DPR 169/2005 (norma di rango primario)
  • in data 18 luglio 2024 si è tenuta la Conferenza Nazionale degli Ordini, ove è stato portato in discussione la predetta bozza di regolamento. In tale sede sono state nuovamente esposte le criticità sopra rappresentate, ed è emerso il convincimento comune che il testo della bozza del regolamento, qualora approvato, si presterebbe ad essere facilmente impugnabile, invitando il Cnappc a puntare con il Ministero alla revisione del Regolamento elettorale di cui al DPR 169/2005, con l’obiettivo di inserire condivise regole per il rispetto del principio delle pari opportunità
  • in base alle criticità emerse, è stato richiesto un parere sulla bozza di regolamento proposto dal Cnappc, è stata messa ai voti, e soli 22 Ordini su 86 votanti sono stati favorevoli mentre 50 Ordini si sono espressi nel non voler approvare tale regolamento

Preso atto che:

  • è stato espresso un chiaro parere contrario anche dai 25 Ordini del Coordinamento del Sud (Agrigento, Avellino, BAT- Barletta/Andria/ Trani-, Benevento, Brindisi, Caltanissetta, Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Enna, Lecce, Matera, Messina, Napoli, Palermo, Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Salerno, Siracusa, Taranto, Trapani, Vibo Valentia) con una loro nota inviata al Cnappc in data 24 luglio 2024 in cui si afferma in toto tutte le nostre osservazioni

Ritenuto che:

  • i sottoscritti Ordini hanno avuto ed hanno il convincimento che, invece di persistere con l’intendimento di approvare tale regolamento, una modifica del DPR 169/2005, con l’inserimento delle regole sulla parità di genere, consentirebbe di applicare a tutti gli Ordini che sono regolamentati da tale testo (dottori agronomi e dottori forestali, architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, assistenti sociali, attuari, biologi, geologi e ingegneri) regole certe ed univoche, e non soggette a facili contestazioni e impugnazioni come per il già citato regolamento proposto dal Cnappc
  • i sottoscritti Ordini vogliono evitare che possa esserci l’impugnazione delle nuove regole proposte dal Cnappc con la già citata bozza di regolamento che danneggerebbe l’immagine della categoria degli architetti, già provata dai numerosi contenziosi registrati durante il mandato del Consiglio Nazionale in corso

Tutto ciò premesso, considerato e ritenuto gli Ordini firmatari della presente chiedono al Cnappc che, anche a seguito della volontà della maggioranza degli Ordini espressa nella Conferenza Nazionale del 18 luglio 2024, venga sospesa l’approvazione del citato regolamento e venga intrapreso un percorso di dialogo e confronto, anche con gli stessi Ordini destinatari della riforma, finalizzato alla revisione del Regolamento elettorale di cui al DPR 169/2005, con l’obiettivo di inserire condivise regole per il rispetto del principio delle pari opportunità, mediante una “istruttoria” del Ministero, e con un conseguente emendamento, da inserire all’interno di un decreto legge in fase di conversione o di una proposta di legge.